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Nello stesso periodo dove ho effettuato un full immersion della mini-serie “Continental – Dal mondo di John Wick“, ho conosciuto e amato l’ultimo progetto legato al mondo di Sword Art Online. Ho sempre apprezzato questo mondo per due ragioni, la prima è legata alla domanda “la vita digitale è tanto diversa da quella reale?” e la seconda è dedicata al suo multiverso, in perennemente in espansione dal primo libro pubblicato nel lontano 2009 da Reki Kawahara.
Eppure per quanto abbia, secondo dal mio punto di vista, un ottimo background narrativo non si può dire lo stesso dell’ambito gameplay, che l’ho trovato nella media dei JRPG del Sol Levante ma rimane comunque divertente. In ogni caso il titolo esce per la nuova generazione di console, nel mio caso l’ho provato su Xbox Series X ma è presente anche su Series S, Playstation 5 e PC nell’ecosistema Windows.
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Un mondo in perenne conflitto
Partiamo dal principio, il gioco percorre una linea temporale differente rispetto alle serie animate Underworld, War of Underworld e il suo diretto seguito dove si pone una semplice domanda “che cosa sarebbe successo se Eugeo, Alice e Kirito non fossero arrivati alla situazione peggiore?“. Quindi mettete da parte il finale Alicization, e del fatto che Kirito sia in una situazione quasi incosciente e con la mancanza di Eugeo perché questa linea temporale nel gioco non esiste.
Quindi in Last Recollation il gruppo di Kirito nel mondo di Underworld, quindi Alice ed Eugeo, ce l’hanno fatta a sconfiggere l’amministratore e a mandare una richiesta d’aiuto al gruppo nel mondo reale del ragazzo giapponese. Questi ultimi durante la guerra incontreranno una ragazza, la quale si presenta al gruppo con il nome di Dorothy che è la messaggera dell’esercito del regno oscuro.
Il messaggio è quello di una pace fra le due fazioni le quali, potrebbero giovare da un comune accordo presentato dalla Gilda dei Mercanti che presentano un piano di pace e di una comune collaborazione. Tra mille peripezie si inizierà con l’inviare un corpo di spedizione nei territori oscuri, per i negoziati pace fra il regno umano e quello di ciò che è presente al di là dei portoni che divino i territori dal regno oscuro.
Un titolo divertente ma…
Quando inserisco dei mini-titoli servono completamente per introdurre il nuovo argomento, dedicato in questo caso al combat system e di ciò che ne circonda e per quanto mi riguarda, per quanto sia divertente, non è minimamente cambiato dai precedenti capitoli. Abbiamo due comandi per l’attacco, più due dorsali che aggiungono attacchi speciali, i quali serviranno ad attaccare i nemici indipendentemente se sono antagonisti normali oppure boss/mini-boss.
Probabilmente l’unico aspetto reale dei combattimenti che altera le normali lotte, sono i personaggi che hanno un aspetto diverso da uno dall’altro da Klein, Sinnon, Shioh e tutti gli altri. Nel corso dell’opera ci potremmo rivolgere a diversi negozianti, utili per comprare pozioni per le energie e molto altro ma la caratteristica che maggiormente possono interessare maggiormente, per tutti gli utenti che si interfacciano a questa realtà, sono le armi e le armature.
Queste ultime saranno fondamentali per combattere contro i nemici, non cambia molto dall’utilizzare i comandi sul pad se non per lo stile visivo in gioco. Per tanto cambiare dalle doppie spade di Kirito ad una lancia, capace di creare un danno maggiore rispetto alle prime, non muta il modo in cui combattiamo in quanto ci basterà premere gli stessi tasti, cambiare posizione di tanto in tanto e abbattere il nemico di turno.
Non più da soli
Ma la semplicità dei comandi non rende giustizia ad un gioco dove, bisogna per forza collaborare con il proprio gruppo perché infatti durante gli scontri, potremmo selezionare i 4 membri che scenderanno in campo. Potremmo controllare ognuno di essi, chiaro che quando ci saranno le cutscene d’intermezzo il personaggio scelto potrebbe non essere presente, perché magari semplicemente non ci sono battute per lei o per lui.
Gli sviluppatori hanno voluto spostare dai capitoli precedenti l’attenzione del giocatore dal singolo al gruppo, infatti durante gli scontri da 1 o più antagonisti, tutti dovranno dare una mano e ci saranno presenti le abilità del personaggio. Infatti ognuno di essi potrà avere abilità differenti che, asseconda del nemico potrà dare un danno migliore, inferiore oppure medio del nemico.
Per tanto non avverrà come in Fatal Bullet dove il giocatore era come un capitano della squadra, che dovrà indirizzare i propri soldati verso le postazioni che predilige. Ma avverrà il contrario dove la squadra sarà la protagonista delle battaglie, e questo permetterà non solamente di migliorare gli scontri, e rendere più semplici quelle lotte contro i boss, ma anche di conoscere dei lati dei personaggi che nei libri, serie animate e film d’animazione non abbiamo avuto modo di vedere.
Mi ricorda qualcosa
L’interfaccia del gioco, e probabilmente solo questo aspetto è molto simile ma non identico, ad un altro progetto sotto l’etichetta di Bandai Namco ovvero Monster Hunter World. Se avete avuto modo di giocarlo, sia in tempi più recenti o nel periodo di lancio, l’interfaccia è molto simile e adatta ad una realtà in singolo giocatore dove si vedranno poche voci, ma adatte perfettamente a ciò che dovremmo fare.
Una caratteristica che a me è piaciuta, che mi fa piacere raccontare, è il fatto che più andremmo avanti con la storia e più vedremmo nello sfondo dell’intro la mappa del luogo in cui ci siamo fermati. Il gioco per quanto sia tradotto completamente in italiano sono presenti solamente due tipologie di doppiaggi, il primo il giapponese – scelto da me in quanto preferisco questa lingua in base alle origini dei protagonisti – e l’inglese realizzati molto bene.
Nelle ore passate affianco all’Xbox non ho sentito la presenza di glitch oppure dei bug, le versioni che sono state realizzate dal momento del rilascio del gioco e in futuro quando lo proverete – se siete interessati ovviamente all’acquisto del gioco – sono versioni stabili. Le vette delle musiche e degli effetti sonori sono all’altezza delle aspettative, con canzoni provenienti da artisti apprezzati come ReoNa che ha donato la sua voce per l’opening animata chiamata “Vita” che è una vera chicca per gli appassionati.
Un mondo in perenne espansione
La caratteristica che maggiormente mi è piaciuta è il menu del gioco, infatti si può selezionare qualsiasi cosa dell’equipaggiamento scegliendo il vestiario desiderato, le armi che vogliamo utilizzare e anche le skin presenti. Oltre a selezionare il gruppo, potremmo selezionare le missioni principali che in alcuni frangenti dovremmo compiere più mansioni, un po’ come avviene in Starfield ad esempio, e alle tante missioni secondarie ottenibili dai nostri alleati oppure da altri NPC che popolano il mondo di Underworld.
Ma la cosa che ho amato di più è la sua mappa che possiamo vedere dove possiamo andare, in quale luogo siamo e le città presenti nel gioco sia per il mondo degli umani che nel mondo oscuro. Si potranno visitare diverse realtà come la città dei mercanti, l’area dei pugilisti e molti altri in modo da conoscere le culture di queste popolazioni che nel corso degli anni hanno creato una loro realtà.
Infatti per chi segue il mondo di Sword Art Online conoscerà molto bene l’aspetto che andrò a citare, ossia il mondo di Underworld è una realtà artificiale dove ogni membro che Kirito e i suoi amici incontreranno, hanno vita propria e nel corso del tempo hanno creato una loro cultura. Per tanto il mondo che è ambientato nel gioco è una realtà come la nostra, le quali vivono e che hanno dei sentimenti per tanto posso credere oppure no ad un mondo diverso dal nostro dove noi, almeno nel mondo di questo universo, siamo degli dei per gli occhi di queste persone.
Per tanto Sword Art Online: Last Recollection è un mondo da visitare, conoscere e vivere in prima persona senza dimenticare che però bisogna conoscere gli antipodi, di capire di come Kirito sia arrivato in questa situazione.