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Mi sembra ieri quando provai la demo su Steam del remake di System Shock, eppure sono passati 4 anni dall’ora e forse anche qualcosina di più. Premetto che non ho provato la versione originale anche se in questo capitolo, sperando in un secondo Remake per System Shock 2, sono presenti diversi elementi che fanno riportare alla mente per chi ha provato la versione principale, ad un periodo che purtroppo non ce più.
Parlare di un prodotto che ha cambiato in parte il mercato degli sparatutto a metà anni 90, non è un operazione che si può prendere alla leggera in quanto grazie ad esso abbiammo avuto prodotti del calibro di Half Life, Prey e molti altri grazie a determinate idee lanciate nel 1994. La prova l’ho eseguita su Xbox Series, per la precisione sulla X con un framerate pari a 30 ma che non ha deluso per nessuna ragione al mondo, ma disponibile anche per PS5 e PC.
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Offerte videogiochi da AmazonAmbientazione spaziale
Il titolo è un prodotto squisitamente in singolo giocatore nel quale, con un ambientazione futuristica del 2072 nel quale si possono vedere attraverso alcuni filmati, sopra tutto quello introduttivo, l’enorme avanzamento tecnologico. In uno scenario cyberpunk interpreremmo un hacker silenzioso, il quale sta cercando di entrare in modo illegalmente all’interno dei sistemi operativi della Cittadella.
Questo complesso è un enorme stazione spaziale attorno ad un pianeta sconosciuto, lontano dalla terra, nel quale non si sa bene che cosa succede a bordo quando qualcuno viene inviato sul questo satellite artificiale. Eppure non avremmo neppure il tempo per godere delle nostre fatiche, che una squadra della TriOptiunum ci preleva e ci porta sulla stazione spaziale.
Qui verremmo a conoscenza di Edward Diego, il CEO e capo aziendale dell’impresa citata poc’anzi, che ci inviterà di hackerare l’IA della stazione ovvero SHODAN e lei/lui potrà ottenere la libertà se lo aiuta. Ma qualcosa va storto e verremmo sedati per 6 mesi sulla stazione, al nostro risveglio l’IA ha preso il controllo del complesso e noi dovremmo capire che cosa stia succedendo e trovare una via di fuga.
Un remake rivalutato
Cosa propone un remake di un titolo lanciato originariamente nel 1994? Sinceramente nulla di nuovo se non svecchiare quelle meccaniche che, andavano bene 30 anni fa ma che ora risulterebbero vecchie. System Shock è uno di quei progetti un po’ sulla scia di Prey del 2019, realizzata e pubblicata dalla recente scomparsa di Arkane Austin, ad aver avuto un ottimo consenso dal pubblico per l’originalità.
Il titolo risulta solido e divertente sotto molti punti di vista, sopra tutto dai primi momenti in cui ho avuto modo di interfacciarmi con il titolo. Perché infatti potremmo impersonare un personaggio di sesso femminile oppure maschile, ma che non andrà ad incidere minimamente sulle linee narrative del gioco oltre ad aver un livello di difficoltà modulabile.
Semplicemente potremmo gestire il livello di difficoltà dei combattimenti, se renderli molto semplici oppure difficili, così per gli elementi degli enigmi ambientali se renderli facili oppure ardui e così via per ogni caratteristica. Non mi sarei mai aspettato una lista delle caratteristiche ambientali, però modulabili nel livello della difficoltà insomma è una novità gradita ma al tempo stesso non potremmo cambiarla in un secondo momento, per tanto la funzione salvataggio manuale ci verrà in aiuto in diversi modi per diverse tipologie di partite.
Quel gameplay amato e non cambiato
Dal punto di vista ludico è squisito e garantisce quel tipo di gameplay che, abbiamo avuto modo di vedere in altre opere come Half Life e similari, perché condividono in parte quelle meccaniche di gioco ragionate e non buttarsi a capofitto. Infatti nel corso dell’opera abbiamo modo di avere una barra per gli oggetti utili, divisi in tre aree la prima per le armi bianche/da fuoco, oggetti da lanciare ( come granate e molotov) e medicinali per curarsi.
Asseconda del livello impostato a inizio gioco, che ricordo non sarà modificabile nel corso dell’avventura, potremmo trovare oggetti e muzioni più frequentemente al livello più basso così al contrario per quello più difficile. Potremmo trovare munzioni, armi improvvisate e molto altro dai cadaveri degli umani ancora intatti oppure dai cyborg convertiti da Shodan, l’IA impazzita in stile IDA di Mass Effect ma senza un aiuto da parte di qualcuno.
Ma potremmo gestire la barra di utilizzo in qualsiasi momento, premendo il tasto del menu potremmo vedere nel nostro inventario che cosa avremmo e spostarlo in qualsiasi momento. Un aspetto che a me è piaciuto, ma che è presente in ogni titolo con componenti RPG, è un menu con tutte le informazioni trovati e oggetti recuperati che aiutano la comprensione narrativa del titolo, ma che ne parleremmo meglio successivamente.
Gli enigmi ambientali ci piacciono
Di tanto in tanto dovremmo svolgere dei compiti per aprire delle porte bloccate, violare dei robot particolari oppure hackerare dei software complessi. Questi saranno divisi in alcuni mini giochi molto simpatici, passando da far conettere due interuttori che hanno bisogno di elettricità, fino ad un altro che mi ha fatto ricordare Scorcher.
Chi lo ha giocato ai tempi, oppure più recentemente, è un titolo della metà degli anni 90 dove si pilotava una navetta che doveva confrontarsi con delle altre similari, in dei tunnel che stanno per crollare ad un momento all’altro. Eppure questo contesto è stato simulato anche in System Shock, rendendolo un mini gioco altamente adrenalinico dove bisogna distruggere dei pacchetti dati, per hackerare determinati programmi complessi per avere degli aiuti particolari asseconda del contesto.
Gli enigmi sono davvero tanti e si differenzieranno per due motivi, il primo è legato alla difficoltà scelta all’inizio della partita e la seconda nel corso dell’avventura. Questa caratteristica ha permesso di alternare molto bene l’esperienza, esattamente quel tipo di realtà dove bisogna muoversi con calma pensando ad ogni mossa per completare gli obiettivi di gioco.
Una grafica retrò ma rinnovata
Direi che l’interfaccia di gioco è un aspetto che per quanto intrigante non è nuovo in questo universo, ma al tempo stesso è comoda per gestire tutto l’inventario messo da parte, da notare che non possiamo portarci su con noi qualsiasi cosa ma dovremmo decidere che cosa recuperare. Un altro aspetto dell’interfaccia sono i documenti recuperati, sia quelli da leggere che quelli da ascoltare perché sono dei file audio, da specificre che l’intero gioco è doppiato in inglese ma tradotto nei sottotitoli che nell’interfaccia in italiano.
Un ultimo punto sono gli innesti che potremmo aggiungere ai nostri impianti, un po’ sulla scia di Deus Ex e Cyberpunk 2077 dovremmo trovare, recuperare e inserire in ogni elemento del corpo del nostro protagonisa alcuni potenziamenti. Questi “innesti” sono utili per migliorare la mira, per hackerare meglio oppure essere più veloci/forti rispetto all’inizio del gioco.
Sarà poi il giocatore ha selezionare ogni elemento, inserito originariamente e mantenuto e migliorato nel corso del remake. Un ultimo aspetto che voglio segnalare è l’assetto grafico, quando ho provato su PC la demo/alpha del gioco non era presente ma sarà possibile vedere l’asset grafico quasi originale, dico quasi perché avvicinandoci alle pareti oppure agli oggetti sembrerà un prodotto anni 90 ma allonandoci potremmo vedere i miglioramenti, che danno l’idea di modernità insomma fa piacere questo contrasto.
Una difficoltà alta anche a livelli bassi
Così equivarrà se ritorniamo in vita che vedremmo per qualche istante i nemici di un tempo, che sembreranno degli echi di un passato ormai che non esiste più. In breve è un titolo moderno che sa il fatto suo, capace di divertire e di mantenere quell’aspetto originale che non è mutato nel corso degli anni, mi sento di elogiare le fatiche di Nightdive Studios per l’ottimo lavoro.
Il motivo è dovuto anche ad una difficoltà alta anche a livelli bassi, in più di un occasione ci si dovrà confrontare con diverse tipologie di nemici e utilizzare armi diverse per sopravivere. L’IA del gioco è davvero realizzata bene, che riuscirà nel corso delle diverse ore di gioco a mettere in difficoltà il giocare in diversi modi, anche diventando degli assassini provetto.
In più di una volta mi sono rifugiato ai salvataggi veloci, che permetteranno di variare nel corso delle partite in quanto se proveremmo certe tattiche, non sarà strano poi cambiare ad un momento all’altro perché troviamo un altra strada. Perché il bello di System Shock è che ci sono più modi per affrontare una sezione, e passare una zona più ostica immediatamente non sarà una scelta saggia.