Tails of Iron – Recensione dell’eterna guerra tra topi e rane

Tails of Iron
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Ho sempre sognato un videogioco simile a quel gran capolavoro qual è la Guardia di Topi di David Petersen. Anche The Mice Templar non scherza, anche se non raggiunge l’epicità della Guardia. Quindi capite anche voi che vedendo questo Tails of Iron, il mio hype era alle stelle. Sinceramente posso dire che l’attesa è stata ripagata quasi totalmente e nonostante le piccolezze, Tails of Iron entra a mani basse tra i miei giochi preferiti di quest’anno.

La storia del gioco (che ho giocato su PS4) ruota attorno a una guerra tanto brutale quanto antica, quella tra i rospi e i topi. Una guerra che affonda le proprie radici nella magna Grecia con Omero e prosegue fino ai giorni nostri con altre storie simili. In questo caso abbiamo un racconto che parla di crudeltà, di tradimento, del senso del dovere e soprattutto di famiglia.

Impersoneremo il piccolo topolino di nome Redgi, che svegliandosi nel suo letto vivrà il giorno più importante della sua vita. Dopo svariate guerre contro le rane, i topi possono vivere un grande periodo di pace, ma il re si trova nel pieno della sua vecchiaia e il suo potere è infinitamente piccolo rispetto a prima. Redgi vorrà quindi prendere la corona, ma per farlo dovrà sconfiggere il proprio fratello in un duello.

La lotta finirà con la vittoria del nostro piccolo protagonista, ma anche con una nuova guerra in atto. Le rane hanno attaccato i topi e stavolta il sangue scorre copiosamente sulle strade della capitale. Il piccolo Redgi dovrà far valere la sua corona e soprattutto ricostruire il regno caduto in disgrazia.

Tails of Iron

La narrazione di Tails of Iron è lineare, svelta e appassionante. I dialoghi del narratore hanno la giusta profondità e raccontano in modo quasi letterario gli avvenimenti. In linea generale la storia è un classico del passato raccontato oggi.

Inutile dire che l’occhio nota subito quella che è la peculiarità del gioco, ossia lo stile grafico. I fondali sono realizzati a mano e regalano dei scorci veramente imponenti, ma soprattutto belli da vedere. I dettagli sono tantissimi e nell’insieme creano l’effetto fumetto che traspira in ogni punto degli ambienti. I topolini sono ovviamente diversi da quelli di Mouse Guard e hanno un loro stile distinguibile sempre e comunque.

Graficamente parlando, ci troviamo davanti a un gioco indie di tutto il rispetto che riesce a farsi rispettare dall’inizio alla fine. I colori riescono a catturare l’anima degli ambienti e dei vari personaggi che popolano quel mondo così tetro e pericoloso.

Il gameplay è un altro punto di forza del gioco. Rappresenta la sua forza e il motivo reale per giocarci. Non dovete cadere nell’errore di paragonarlo a un souls like in quanto non ha niente a che vedere con quel genere di giochi. Si tratta di un action in 2D con delle componenti ruolistiche. Certo, è difficile come gioco, ma solo se siete troppo avventati e decisi nelle vostre azioni. Per il resto si tratta di un gioco che se affrontato con il mood giusto, porta delle grandi soddisfazioni senza troppi problemi di sorta.

Tails of Iron

Avremo a nostra disposizione un’arma pesante o leggera, un arco e uno scudo. Le varie tipologie di armi possono essere switchate con un semplice tasto e ciò renderà gli scontri più fluidi e confortevoli. Lo scudo invece ci permetterà non solo di difenderci, ma anche di eseguire qualche bella scudata. Per farlo nel momento giusto ci verrà mostrato un chiaro segno ed è tutto sommato molto facile prevedere i colpi nemici.

I punti di salvataggio sono letteralmente ovunque e non avrete alcuna difficoltà nel salvare la partita e ricominciare in caso di morte. Altro fattore interessante è la presenza di diverse tipologie di armi e armature con diverse capacità di peso.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".