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La mia passione per la scrittura di Jeff Lemire è chiara a tutti ormai. Probabilmente anche la ragazza del bar dove leggo di solito conosce questo dettaglio, magari no. Fatto sta che quando so che lui ha scritto un determinato albo, divento eccitato come una ragazzina al suo primo concerto di Justin Bieber in prima fila. Unite poi tutto ciò al mio apprezzamento verso Thanos, anche se meglio non parlarne a voce alta per non passare qualche guaio tra qualche anno per delle dichiarazioni scomode. Quando ovviamente ho visto una run dedicata al Titano Matto scritta da Lemire, non potevo non fiondarmici e spolparla tutta. Thanos Vol 2: La cava degli Dei è un racconto che serve per conoscere al meglio un personaggio cosi complesso e orgoglioso come Thanos, il figlio di Titano.
Padre contro figlio
Chi è Thanos lo sappiamo tutti e conosciamo la sua indole alla morte, la sua adorazione e l’amore che prova per lei. Forse vi ricorderete della miniserie Infinity, che andava ad esplorare un nuovo aspetto del Titano Matto, che cercando tutti i suoi figli al fine di ucciderli trova Thane, protetto dagli Inumani e che alla fine sovverte al potere del padre grazie alla forza della fenice. Dopo altri scontri, Thanos morente è stato lasciato da solo sul pianeta Titano, mentre il figlio, succube di Morte iniziava ad eseguire ciecamente i suoi ordini.
Thanos ora è debole, vulnerabile e sopratutto solo su un pianeta deserto. In sui soccorso, tutto malgrado, arrivano alcune personalità che conosciamo fin troppo bene, Starfox, Nebula e Tryco. Per sconfiggere un nemico i tre decidono di allearsi un altro nemico, rischiando ovviamente di cadere in un futuro tranello, ma la paura Thane obbliga i tre a fare una scelta cosi sconsiderata. Thanos decide di condurli ai margini dell’universo in cerca delle antiche streghe che potrebbero fargli tornare quella forza che un tempo percorreva in lui. Ed è qui che entra in gioco la Cava degli Dei, un luogo in cui si entra facilmente, ma dal quale è quasi impossibile uscire.
La rabbia di un titano
Thanos è un personaggio complesso non solo al livello narrativo, ma anche quello psicologico. Proprio quest’ultima caratteristica è stata messa a nudo da Jeff Lemire, che ha cercato di esplorare l’animo orgoglioso di un personaggio sconfitto nel corpo, ma non nel cuore. Per certi versi potrà far quasi rabbia il suo comportamento, ma Thanos è questo e non sottosta a nessuno e mai. La sua potenza bruta è superata solo dal suo cervello e qui dimostra tutte le sue abilità, ma sopratutto, una forza di volontà che nessuno potrebbe sognare. Sopratutto nella Cava egli dichiara da praticamente subito quelle che sono le sue intenzioni e non gli interessa minimamente il prezzo da pagare. Lemire ci conduce in un viaggio che si conclude con una vera battaglia intergalattica tra padre e i figlio. Due personaggi che si dimostrano capaci di annientare interi pianeti con la sola potenza dei propri colpi.
A coadiuvare i testi ci pensa German Peralta con il suo tratto preciso e abbastanza classico. A tratti sembra che non si riesca a valorizzare il tratto caratteriale di Thanos, ma è solo un primo impatto in alcune tavole. In realtà la sua cattiveria viene a galla quasi subito anche nei disegni e cosi anche la sua indifferenza verso il fratello o qualsiasi altra forma di vita. Tutti tranne il figlio Thane, che vuole uccidere a tutti i costi. Le scene finali della lotta tra il padre e il figlio sembrano uscite un po’ da i manga, creando una sensazione molto particolare.