The Talos Principle 2 – Recensione

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Affermiamo il fatto che Croteam si è fatto aspettare con questo progetto però con dei risultati importanti, questa è una delle poche volte che posso dire di aver provato qualcosa di veramente sconvolgente, di affascinante e fare da solo quello che molti videogiochi non riescono più a fare. Sono passati 8 anni da quando il team di sviluppo croato, che si sono fatti conoscere in tutto il mondo grazie alla serie di Serious Sam, annunciarono il seguito di uno dei migliori progetti del settore.

L’unica pecca, se si può dire in questo modo, del gioco è che non c’è stata una localizzazione in italiano in quanto i team di sviluppo – almeno a livello generale – fanno delle ricerche e Croteam ha scelto di non fornire una traduzione nella nostra lingua. In casi come questo gli sviluppatori non vogliono essere cattivi ma è una questione di costi, se il team di sviluppo prevedono di vendere in Italia 150 copie del loro gioco allora il costo non ne vale la candela indipendentemente da ciò che pensiamo. In ogni caso cominciamo questa recensione dove mi ha divertito davvero molto, anche giocando esclusivamente in inglese non cambia l’esperienza anzi da quel tocco di originalità che non avrebbe altrimenti.

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Un mondo post-apocalittico atipico

La realtà che avremmo di fronte sarà quello di un futuro atipico, che ricorda un mondo post-apocalittico, dove l’umanità è scomparsa dalla faccia dalla Terra dopo che la calotta polare – o per meglio dire il permafrost – ha rilasciato un antico virus che ha fatto estinguere la razza mammifera. Negli ultimi anni di vita degli umani realizzano un qualcosa di impensabile, in stile Horizon per intenderci, dove creano un intelligenza artificiale in grado di gestire il passaggio.

Questo passaggio è dovuto al fatto che l’umanità sin dai tempi antichi ha cercato l’immortalità, oppure qualcosa che si avvicini, e questo passaggio è dovuto al fatto di trasportare la coscienza umana in un corpo robotico. Così Prometheus, il padre dell’IA creata, genera i suoi figli robotici – che non hanno ancora la coscienza umana – per creare un mondo adatto agli umani creando tutto quello che hanno bisogno dopo il passaggio.

Il problema comincia quando 1K, sinonimi do 1000esimo robot creato, nasce nel suo nuovo mondo e scopre che non ci sono ancora le condizioni per la rinascita dell’umanità. Da qui inizierà un viaggio alla scoperta della essenza dell’esistenza, e del perché siamo nati in questo momento e non in un altro in un susseguirsi di puzzle game, tipicamente ispirati dal mondo fantascientifico ma non solo e la prova è stata eseguita su Xbox Series X/S ( disponibile anche per PS5, GeForce Now e PC Windows) e l’ho trovata estremamente positiva.

Un gioco rilassante a tratti…

Dico a tratti perché più avanzeremmo con il gioco e maggiormente saranno difficili i puzzle game, in quanto il titolo ha mantenuto l’asset dal precedente capitolo e inizialmente mi ha ricordato come un remake del primo episodio. Il motivo è molto semplice in quanto il giocatore prima di entrare a New Jerusalem – città dove risiedono gli androidi e la loro vita politica e sociale – bisogna fare un piccolo tutorial sul come sono strutturate le meccaniche di gioco.

Inizialmente stavo per mollare lo devo ammettere perché i puzzle sono estremamente semplici, almeno dal mio punto di vista, ma alla prima prova non sarà immediatamente intuitiva la cosa. Però appena ci prenderemo la mano riusciremmo a comporre i vari puzzle molto bene, ce da dire che è difficile creare tanti enigmi da mettere in difficoltà i giocatori sopra tutto quelli che amano questa tipologia di giochi, però rende questa serie – perché si può definire tale con 2 episodi all’attivo – perfetto per mantenere un allenamento mentale nel corso delle ore di gioco.

Però non sarà obbligatorio solamente effettuare i vari i puzzle all’interno del titolo, perché Croteam ha permesso al pubblico di muoversi liberamente all’interno delle varie mappe che incontreremmo in quanto, saremmo liberi di esplorare e connetterci con i computer umani che sono ancora attivi. Questi terminali ci permetteranno un tuffo nel passato, offrendoci una prospettiva differente da ciò che non abbiamo avuto modo di conoscere come le paure delle persone, le loro speranze e le loro fedi che vengono messe a dura prova nel corso del tempo e delle difficoltà.

Ci piacciono i colori

Una caratteristica che hanno mantenuto dal precedente episodio sono le caratteristiche dei puzzle, mi sono piaciute le possibilità di sperimentare con gli oggetti forniti dagli sviluppatori. Non è facile spiegare come si struttura le meccaniche dei puzzle però sono estremamente divertenti, dove per recuperare informazioni e oggetti dovremmo far si che le barriere energetiche si dissolvano, permettendoci così di avanzare, insomma nulla di più e nulla di meno.

Ci verranno forniti dei cubi per delle piastre a pressione per aprire o accedere a determinate aree, delle colonne energetiche portatili in grado di trasferire l’energia da delle celle e combinarle con delle altre, che hanno bisogno di energia che però si basano su tre colori ( verde, blu e rosso). Oltre a delle piastre per far sollevare, grazie all’aiuto di una turbina, oggetti pesanti come l’utente oppure gli oggetti citati precedentemente, poi nel corso dell’opera vedremmo nuove funzioni ma conviveremmo con queste fino alla fine.

Utilizzando questi strumenti dovremmo sbloccare le varie aree, una delle prime zone che si incontrano è la realtà virtuale – all’inizio dove non si conosce la trama – dove per arrivare a recuperare una chiave bisogna far si che il bastone energetico sia al di sopra del cubo, e il cubo sopra alla ventola prima di avviarlo dall’apposita manopola. Questo ragionamento è alla base di Tales of Principle 2 e dovremmo conviverci fino ai titoli di coda.

Un comparto tecnico all’avanguardia

Quando giocai al primo episodio non pensavo che si potesse far meglio rispetto a quanto visto originariamente, in quel lontano 2014 dove molti giocatori erano scettici sulle possibilità del gioco. Il comparto grafico è stato ridefinito per far brillare il sole sull’acqua, per far muovere l’erba nei minimi dettagli all’arrivo del vento fino alle movenze degli androidi, sono state migliorate sotto ogni dettaglio per far si che i giocatori vengano accompagnati da questi aiutanti/amici virtuali.

Il doppiaggio è di alto livello e ogni androide ha una sua psiche, come accadrebbe nella realtà con gli esseri umani, permettendoci di conoscere ogni singolo robot di New Jerusaleam. Spero che un giorno arrivi un aggiornamento con la traduzione in italiano, non tanto per il doppiaggio ma per tutti i coloro che non masticano l’inglese e non sono una di quelle persone che sentirete “dovete imparare l’inglese per il bene superiore“, assolutamente no se desiderate fatelo ma non ce nessuno che lo pretenda da voi.

Le musiche sono un qualcosa di veramente straordinario, è davvero interessante ascoltare i brani all’interno di Talos of Principle 2 dove inneggia la tranquillità e il futuro della specie che ha creato gli androidi. Gli effetti sonori sono efficaci e riescono a raggiungere perfettamente ciò che si sono prefissati, ossia migliorare ciò che si aveva creato 8 anni fa e superarlo come pochi altre compagnie di sviluppo che si sono susseguite negli anni.

Sull'autore

Giacomo Lambertini

Cresciuto con pane, videogiochi e fumetti cresce con una voglia smisurata di raccontare ciò che più gli appassiona a chiunque.