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Il Dio del tuono, Thor, è un personaggio da mille sfaccettature e possiede diverse run che meritano la lettura più profonda. Attualmente abbiamo la fine del ciclo di Jane Foster, forse uno dei migliori mai realizzati. Non dobbiamo scordare però quelli passati, in cui abbiamo visto diversi momenti di vita del personaggio e di alcuni dei momenti clou della sua carriera da eroe. Dopo il Ragnarok e La Potente Thor, vi invito a leggere la recensione di un altra opera molto importante per capire meglio il dio asgardiano, Thor Rinascita, firmato da Olivier Coipel e J. Michael Straczynski.
La frattura
Dopo la morte di Thor e dell’intero regno di Asgard nel 2004 in contemporanea con la saga Vendicatori Divisi ne è passato di tempo. Il mondo ha continuato a vivere la sua vita senza il Dio nordico e gli eroi hanno acceso una sanguinosa guerra che conosciamo come Civil War, ma Thor è davvero morto? Ovviamente no e il suo rilancio è segnato proprio nella run Rinascita. L’inizio vede altri personaggi di grande spicco come i Fantastici Quattro e Doom lottare attorno all’appena caduto sulla terra martello. Doom è infatti convinto di poterlo usare in quanto degno (grazie a lui egli torna nel mondo uman), ma non è cosi e successivamente l’oggetto viene trafugato dal personaggio che conosciamo molto bene, Donald Blake. Questi risveglia Thor e ovviamente le loro anime fuse iniziano la ricostruzione dell’antico regno degli Dei, Asgard.
Ovviamente la costruzione dell’intero castello avviene sul territorio altrui. Si tratta di un contadino a Oklahoma, che però decide di vendere tutto il terreno prendendo tanto oro quanto possa bastare per una vita intera. Fatto questo Thor incontra per sbaglio, in una zona devastata dalla guerra civile tra gli eroi Iron Man, ma non solo lo rinnega come amico, lo picchia senza pietà. Tradire i vecchi amici per la creazione di una legge federale, che cosi diventano dei criminali perseguibili non è una cosa che il biondo è disposto a perdonare facilmente. Parte quindi la vera missione di Thor, svegliare gli altri compagni, rimasti addormentati all’interno degli esseri umani.
Le stelle e il fallimento
Per questo rilancio di Thor, che mancava nelle edicole (all’epoca) da tre anni e per il suo ritorno nell’universo Marvel è stato scelto uno sceneggiatore incredibile, J. Michael Straczynski. Una penna che descrive il mondo nella sua interezza e da la possibilità ai lettori di conoscere il lato orgoglioso del protagonista, che si scaglia contro un vecchio amico, facendoci capire da che parte si sarebbe schierato durante la guerra. I testi sono semplici, veloci e penetranti, pieni di introspezioni sul suo animo, gli amici e l’amore. Perché in questo albo troviamo davvero di tutto, dall’odio all’amore, dalla pace alla guerra. Thor si rivela essere un personaggio vivo e fedele ai propri ideali, che lo hanno caratterizzato in tutte le decadi.
Per accompagnare una penna cosi abile la Casa delle Idee ha chiesto aiuto all’artista francese Olivier Coipel. Questi colpiscono dal primissimo istante per il classico stile di Coipel. Figure marmoree si elevano nelle vignette senza nascondere un certo orgoglio. A sorprendere poi è proprio Thor, che si presenta con il viso molto squadrato e uno sguardo che a prima vista potrebbe essere inespressivo, ma è solo una sensazione passeggera. Successivamente vedremo una potenza emotiva in ogni personaggio e anche nel volto del protagonista stesso. Il tratto sottile e preciso del disegnatore si fa largo tra le poche, ma intense battaglie, descrivendo ogni istante con una bravura registica notevole. I disegni sono poi coadiuvati dall’altro nome molto noto a tutti i fan, Marko Djurdjevic, che aiuta nella creazione di questa bellezza visiva.