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Più di una generazione è stata cresciuta con la poetica di Go Nagai. Una narrativa tanto semplice, quanto complessa e profonda. Rivedere Goldrake oggi fa un effetto particolare visto che molte scene sono sì invecchiate male, ma altre invece conservano quella poetica tipica di un periodo post bellico in cui il positivismo verso un futuro verde era ovunque. L’amore per il nostro pianeta azzurro era visibile in tantissime opere nipponiche. Con una nuova serie animata in uscita, Microids ha pubblicato il videogiochi che ok, non è privo di difetto, ma è una lettera d’amore alla serie e ai fan. Ufo Robot Goldrake – Il Banchetto Dei Lupi è proprio questo, un imperfetto capolavoro che trasuda un’anima retro da ogni pixel.
La mia avventura con il gioco è stata piuttosto scalabile in quanto non terminai il gioco in due o tre sessioni, ma decisi di godermelo proprio come se fosse una serie animata. Mi piaceva e mi piace tutt’ora, giocare ad alcuni giochi in modo graduale, senza correre inutilmente verso la fine solo per il gusto di dire d’averlo finito. E questo mi ha permesso di esplorare al meglio le aree, ma anche di godermi quelle piccolezze pensate dagli sviluppatori.
La storia è quella che conosciamo e che prende tutto dalla serie animata (che prende a sua volta dal manga). Duke Fleed scappa dal pianeta Fleed dopo il terribile attacco dei Veghiani e finisce a vivere sulla terra con il suo robot Goldrake (Grendizer), ma ovviamente il male non resta fermo, si muove e miete vittime al suo passaggio. Così un bel giorno parte l’attacco di Vega contro il pianeta terra e Duke Fleed deve mostrare al mondo l’arma che potrebbe salvarlo, ma allo stesso tempo, rivelando ai nemici la sua presenza su quel pianeta.
Parte così una guerra senza precedenti a cui si aggiungerà anche Koji Kabuto, un pilota umano che aiuterà Duke a bordo del suo TFO. Saprete sicuramente che Koji altri non è che il pilota del caro buon Mazinga.
Detto questo, parliamo invece del gioco, la parte più importante dell’intero pacchetto. In Ufo Robot Goldrake – Il Banchetto Dei Lupi potremo giocare nei panni di Duke negli intermezzi tra una storia e l’altro, parlando così con i personaggi secondari, scoprendo delle particolari sulla lore del mondo e ovviamente potenziando il nostro robottone. Entrati in modalità da combattimento ci ritroveremo all’interno della grossa navicella spaziale e qui parte una delle tipologie di gioco, quella di un shooter sui binari a bordo della navicella. Niente di particolarmente interessante in fin dei conti, soprattutto se lo paragoniamo allo shooter a bordo del TFO con la vista dall’alto.
Ovviamente la parte più importante e più succosa è quella che ci vede pilotare il buon Goldrake e qui ragazzi mi sono divertito fin troppo. Ho assaporato la legnosità di un robottone “magico” con la sua alabarda spaziale e il “MAGLIO ROTANTE PERFORANTE!!!!”, lottando contro schiere di nemici in delle gigantesche arene. Va subito detto che il gioco risulta essere molto semplice e lo si completa con una mano sola, ma non è molto importante in fin dei conti. Non troppo almeno. Perché il divertimento per un appassionato dei mecha è comunque tanto e così anche il parco mosse disponibile.
Graficamente il gioco soffre molto il peso di un budget limitatissimo e di uno sviluppo piuttosto avvenuto da un team piccolo. I dettagli sono pochissimi e vertono quasi tutti sui protagonisti e i nemici, che però risultato essere tutti uguali, senza alcuna differenza dall’inizio alla fine. Un peccato certamente, ma era logico aspettarselo visto la grandezza del team.
Ottimo invece il doppiaggio italiano, che trasuda il suo essere retrò e ne fa un vanto. La scelta dei doppiatori è stata accurata e ogni voce sembra essere uguale a quella originale. Da questo punto di vista non posso far altro che inchinarmi davanti a un lavoro così certosino e ben realizzato. Lo stesso non posso dire della colonna sonora, che annoia e soprattutto manca in molti punti. In diversi punti ci troviamo a girovagare senza un accompagnamento musicale e a volte addirittura senza alcun suono.
Si tratta di un gioco che comunque i fan dovrebbero provare a prendere perché è l’unico nel suo genere e i non appassionati potrebbero anche iniziare ad amare i robottoni di Go Nagai.