Uncharted: L’Eredità Perduta – Recensione

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Ricordo ancora quando, nel lontano 2007, provai il primo capitolo di Uncharted su PlayStation 3. Il carisma del protagonista Nathan Drake, tributo vivente al personaggio di Indiana Jones, riuscì subito a conquistare il mio cuore di allora sedicenne, fan delle avventure di Harrison Ford e, in generale, dei capolavori firmati da George Lucas. La qualità dimostrata dai ragazzi di Naughty Dog, che ha distinto ogni singolo capitolo della saga da qualsiasi altro prodotto in commercio, rappresenta l’apice del progresso in campo videoludico. Uncharted può definirsi a tutti gli effetti “colossal interattivo”, per la capacità di intrattenere, lasciare a bocca aperta il giocatore di turno. È logico dunque intuire l’entusiamo mio e del resto della community al momento del lancio del primo trailer de Uncharted: L’Eredità Perduta. Ho il piacere e, soprattutto, l’onore di guidarvi in questa magnifica avventura che, vi anticipo, non ha nulla da invidiare ai capitoli canonici della saga.

Lo spin-off che non ti aspetti

Il titolo di questo paragrafo dovrebbe lasciar trasparire quel pizzico di scetticismo che mi pervadeva quando venni a sapere di una “espansione” di Uncharted, avente come protagoniste Chloe Frazer, una vecchia ”fiamma” di Nathan e Nadine Ross, la spietata mercenaria a capo di un esercito, la Shoreline, vista in Uncharted 4. Non ho dimenticato tutte le botte da orbi mollate dalla bella mercenaria di colore ai danni del nostro Drake, quindi non è stato semplice digerire la prospettiva di vederla in veste di “eroina della situazione”. Mai prima impressione fu più sbagliata, il carattere di Nadine e Chloe ha consentito ai ragazzi di Naughty Dog di mettere in scena dei meravigliosi “botta e risposta” fra le due.

C’è da dire infatti che l’impalcatura narrativa ha come solida base l’analisi del “rapporto di coppia” fra le protagoniste, un rapporto inzialmente combattuto ma, come è nella tradizione Hollywoodiana, destinato ad evolversi. La ricerca del prezioso artefatto di turno, la Zanna di Ganesh, si rivela dunque un piccolo espediente per giustificare tutte le peripezie che le nostre eroine affronteranno. Dunque un intreccio che assolutamente non mi ha dato la stessa difficoltà di comprensione degli intrighi politici della saga Metal Gear, ma è stata comunque un’avventura godibilissima narrativamente parlando, che attinge a piene mani dalle migliori produzioni cinematografiche. Al tempo stesso Uncharted soffre di uno dei problemi più comuni dei cinecomic Marvel: un antagonista privo di spessore e assolutamente dimenticabile. A porre rimedio alla parziale superficialità del plot ci pensano un doppiaggio italiano di prima qualità, dialoghi ben scritti e animazioni facciali a dir poco eccezionali. Insomma, Uncharted ritorna con tutte le proprie armi vincenti e un pizzico di novità per quanto concerne il gameplay.

Uncharted The Lost Legacy

Un mix perfetto tra passato e presente

Dal punto di vista del gameplay ho potuto immediatamente constatare che L’Eredità Perduta incarna, in tutto e per tutto, la formula vincente alla base dei precedenti capitoli di Uncharted. Siamo di fronte ad un eccelso action adventure che fa dell’interazione con lo scenario un elemento imprescindibile. Avete presente le spettacolari scalate a cui Nathan ci ha abituati? Nadine e Chloe non saranno da meno e offriranno un piatto ricchissimo di puzzle variegati, momenti platform memorabili e concitati scontri a fuoco. Oltre all’eccellenza solita proposta da Naughty Dog ho osservato anche una voglia da parte dei ragazzi di voler inserire qualcosa di nuovo, come a dire: “Abbiamo creato una macchina perfetta, ma ciò non significa che sia impossibile aggiungere cose mai viste prima in Uncharted.”

E così è stato, grazie probabilmente al nuovo direttore, Shaun Escayg, che ha voluto fortemente allargare gli orizzonti di Naughty Dog. In che modo? Ve lo spiego subito! Dopo una prima fase lineare, che non si discosta troppo dal passato, avremo di fronte un’intera mappa indiana da esplorare sul nostro fuoristrada. Ricordate i bei tempi in Madagascar di Uncharted 4? In questo caso però, avremo da ammirare uno spazio più ampio, come fossimo protagonisti di un immenso diorama. Inutile dire che la reazione è stata un “Wow”, seguito da caduta della mascella (ho avuto difficolta a raccoglierla per lo stupore) e pelle d’oca. Non dimenticate che vi sto parlando di Uncharted, quindi mettete in conto di raggiungere l’estasi dalla prima all’ultima schermata di gioco. L’Eredità perduta è quindi strutturato in maniera tale che il giocatore possa cimentarsi in ogni sua singola parte seguendo un ordine sparso. Naughty Dog è stata dunque generosa, ma non siamo di fronte ad una rivoluzione strutturale vera e propria.

A tutto questo ben di Dio messo a disposizione in esclusiva da Sony, sono stato piacevolmente sorpreso da un realismo, per certi versi, perfino incrementato. La quantità di superfici da poter abbattere è aumentata, con l’aggiunta di pareti che nascondono stanze segrete. Anche l’intelligenza artificiale è stata ritoccata, soprattutto per quanto concerne il comportamento dei nostri alleati. Altra piacevole novità è l’introduzione di un semplice sistema di scassinamento, che ancor di più marca la voglia di Naughty Dog di rinnovarsi continuamente. Uncharted: L’Eredità Perduta riesce dunque a portare una ventata d’aria fresca, senza dimenticare riferimenti al glorioso passato della saga.

Uncharted Eredità Perduta Gameplay

Un capolavoro tecnico

Uncharted: L’Eredità Perduta può considerarsi seguito diretto di Uncharted 4 o comunque una piattaforma di sperimentazione di Naughty Dog per eventuali futuri progetti. Durante le mie intense sessioni di gioco non ho potuto fare a meno di notare una maggiore complessità delle mappe, accompagnata da un numero superiore di nemici rispetto al passato. L’asticella della difficoltà si attesta quindi su livelli più elevati, mettendo a disposizione una sfida che non è affatto una passeggiata. Naughty Dog però è un Dio generoso, e chiama in nostro soccorso Nadine, alleata indispensabile per poter proseguire. Grazie alla propria esperienza e letalità, il capo di Shoreline promette distruzione fra le file nemiche, bilanciando così l’ardua prova proposta dagli sviluppatori. Quante volte ho ringraziato divinità di ogni sorta per il modo in cui Nadine è riuscita a sbloccare situazioni di evidente stallo.

Resta però il “problemuccio” degli alleati “invisibili”, presente fin dai tempi di The Last of Us e mai risolto. Tuttavia i percorsi intrapresi dai nemici, fra i più imprevedibili della storia dei videogames, potrebbe far chiudere un’occhio sulla “miopia avversaria”. Come se ci fosse bisogno di specificarlo, i paesaggi di Uncharted: L’Eredità Perduta sono riusciti, come sempre, a inchiodarmi davanti allo schermo inebetito, a mirarli e rimirarli. La cura di ogni minimo particolare dell’ambiente circostante riesce da sola ad allungare la longevità del titolo e, dato che alla Naughty Dog lo sanno bene, hanno ben pensato di mettere a disposizione di Chloe una Photo Mode, zone specifiche dove la nostra bella si ferma a immortalare il paesaggio. Personalmente, senza trascurare gli obiettivi secondari dell’immensa mappa, ho impiegato circa 9 ore per portare a termine l’avventura. Deduco che, contemplazioni del paesaggio comprese, la longevità media per ogni giocatore si attesti fra le 8 e le 10 ore, minuto più, minuto meno.

Un particolare che ho notato e non posso omettere però è la quasi fatica del gioco stesso a portare sulle spalle il peso della propria maestosità. Pur di mantenere la fluidità d’azione ci sono un paio di slittamenti innaturali dei corpi nella corretta posizione. Il tutto però si riduce ad una goccia nello spettacolare mare di perfezione che è Uncharted.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Uncharted: L’Eredità Perduta è la ciliegina sulla torta del lavoro eccezionale di Naughty Dog, un team fatto di ragazzi sempre pronti a rinnovarsi, pur essendo perfettamente consapevoli di aver raggiunto un livello attualmente insuperabile. L’espansione dedicata a Chloe e Nadine riesce infatti a unire tutta la qualità dei precedenti capitoli a una serie di piacevoli elementi di novità. Tante piccole aggiunte e accorgimenti fanno leva su alcuni degli aspetti della saga maggiormente apprezzati dal pubblico, rendendo l’offerta videoludica ugualmente interessante rispetto agli illustri predecessori. L’Eredità Perduta non è solo un’occasione per poter riassaporare la magica atmosfera alla “Indiana Jones” tipica di Uncharted, ma anche un banco di prova per futuri capitoli dedicati a Nathan Drake e compagni, o chissà! Consiglio questo titolo a chiunque, come me, abbia apprezzato Uncharted 4 a tal punto da non riuscire ancora a credere che possa mai esserci fine al “colossal interattivo” firmato Naughty Dog. Per quelli meno nostalgici, compratelo ugualmente o rimpiangerete amaramente una tale occasione persa![/stextbox]

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Redazione