Valkyria Chronicles 4 – Recensione

Valkyria Chronicles 4
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Valkyria Chronicles 4 segna il ritorno della fortunata saga sviluppata dalla SEGA con un quinto multipiattaforma. Unendo lo stile JRPG al BliTZ dei primi titoli, Valkyria Chrnonicles 4 riesce ad appassionare già dai primi istanti di gioco, proponendo sia un gameplay accattivante che una trama più che appassionante.

Il gioco verterà nuovamente sulla guerra fra la Federazione europea e l’Impero, ponendo l’attenzione sullo scontro fra quest’ultimo e le truppe della Gallia, rappresentate dall’Unità E.
Claude Wallace, tenente e comandante dell’Unità E, parteciperà all’operazione Croce del Nord, la più importante manovra bellica della Federazione che, secondo i piani, dovrebbe porre fine alla guerra, colpendo proprio la capitale imperiale.

Valkyria Chronicles 4
Sul campo di battaglia.

Unita E pronta a muoversi!

Il gameplay di Valkyria Chronicles 4 riprende le caratteristiche dei JRPG, dividendo le truppe in classi diverse, permettendo di aumentare il loro potenziale attraverso il consumo di esperienza e migliorando l’equipaggiamento con l’aiuto del vil danaro. Tuttavia, per l’occasione, la SEGA ha ripreso il sistema di gioco dei primi titoli della saga, il BliTZ, che unisce la strategia all’azione in terza persona.

Infatti, saremo in grado di controllare fisicamente le nostre truppe, e non solo di dare ordini. Ciò permette di massimizzare mobilità e precisione, aumentando il livello di sfida del gioco grazie anche al RNG, che influenzerà la riuscita di un colpo in base alla distanza e ai vari malus/bonus dei soldati utilizzati. Difatti, un altro componente importante è lo status di ogni personaggio dell’Unità E.

Oltre a essere divisi in classi, i soldati avranno delle caratteristiche particolari che fanno anche parte della loro stessa caratterizzazione, permettendogli di avere dei bonus durante le azioni o, nel caso la truppa non sia migliorata nel tempo, dei malus capaci di incidere gravemente sul risultato. Ciò rende tutte le meccaniche di gioco ancora più interessanti, complicando la strategia e aggiungendo della gradita difficoltà.

Valkyria Chronicles 4
Si ride e si scherza tra una battaglia e l’altra.

Mira, spara e cattura la bandiera

Durante la storia di Valkyria Chronicles 4 ci vengono presentate diverse situazioni, dalle più semplici alle più spinose. La complessità di questi eventi è dovuta per lo più alla mappa di gioco, che è un po’ come una scacchiera di una partita già avviata. L’avversario ha già posizionato le sue pedine, mentre noi dobbiamo ancora capire chi siamo e dove siamo. Per questo motivo è importantissimo avere ben chiaro l’obiettivo della missione.
Le mappe sono talvolta semplici, talvolta complesse, a seconda della quantità e dell’identità del nemico. Carri armati, granatieri, torrette e cecchini sono i principali pericoli nelle mappe, e talvolta è semplicemente stupido affrontarli a testa bassa. Per questo motivo la prima cosa da capire è come sfruttare al meglio la mappa.

Fortunatamente, la struttura di ogni area di gioco è pensata in modo da offrire più soluzioni, le quali si potranno rivelare più corrette o più sbagliate e andranno a influenzare il risultato finale della missione. Vincere nel minor tempo possibile facendo più danni che possiamo è il modo più sicuro di fare punteggio perfetto, ma soprattutto nelle prime partite non sarà così semplice uscirne vincitori senza faticare almeno un po’.

Il principale obiettivo delle missioni è quasi sempre catturare la base nemica, rappresentata da una bandiera ben protetta. Catturarla segna la nostra vittoria, ma se il nemico cattura la nostra, la sconfitta sarà inevitabile. La IA lo sa fin troppo bene, ed è dunque rischioso lasciare sguarnita la base, soprattutto se a difficoltà alte.

Valkyria Chronicles 4
Ehm… ok

La storia di una guerra

In un gioco, raramente lo scorrere degli eventi è secondario. La storia è ciò che manda avanti il giocatore, è l’elemento che ti fa andare a letto con in mente “e domani cosa succederà?”. Senza quel pensiero, il gioco potrà ancora essere divertente, ma non rimarrà mai nel cuore di chi lo gioca. Valkyria Chronicles 4 lo sa benissimo, e per questo ti propone una storia di guerra avvincente, ricca di colpi di scena e costruita intorno a dei personaggi principali e secondari di una forza unica. Claude, il protagonista, e Minerva sono i due pilastri del gioco, le due facce del comando. Raramente nei giochi del genere si riesce a trovare tanta umanità nei personaggi, e di questo sono veramente grato alla Sega.

Nelle due metà di Valkyria Chronicles 4, i protagonisti si evolvono, mentre mutano le loro relazioni. Perdite e nuove amicizie faranno scendere e salire l’entusiasmo delle truppe, ma l’attenzione del giocatore per ogni dettaglio della trama, persino le più banali chiacchiere in mensa, sarà sempre al massimo.

Un vero peccato che le scene animate siano veramente rare all’interno del gioco, e che molte situazioni si risolvano all’interno di baloons simil-fumetto animati quanto basta. Avrei gradito un maggiore impegno sotto quel punto di vista, ma tutto sommato è possibile chiudere un occhio per queste inerzie.

Valkyria Chronicles 4
Leggere ci mantiene giovani.

Raita Honjou

Chi conosce il nome del character designer di Valkyria Chronicles 4 avrà già capito dove voglio andare a parare. Raita Honjou è uno dei più promettenti designer giapponesi, che ha lavorato anche ai vecchi Valkyria e ad alcuni design per il celebre gioco per android e IOS Fate/Grand Order. Pur sapendo della sua ossessione per le dita delle mani fin troppo sottili e per le curve fin troppo esagerate, ho apprezzato forse anche più del dovuto il lavoro di Raita, amando ogni design fra personaggi principali e secondari, soffermandomi talvolta ad ammirare i modelli 3D, realizzati meglio del previsto.

La bellezza estetica di Valkyria Chronicles 4 mette comunque in ombra un tasto piuttosto dolente, quello delle animazioni. Pur essendo un gioco in stile “anime”, da un gioco di guerra ci si aspetterebbe un minimo di realismo, ma le animazioni dei nemici abbattuti sono tutto fuorché incoraggianti. Esagerate e spesso anche contro le leggi della fisica, tali animazioni risultano essere fin troppo anti-estetiche e rovinano un quadro altrimenti perfetto.

Le soundtrack, per quanto gradevoli, non riescono a spiccare e si limitano a fare il loro lavoro, dando un tono alle scene e permettendo all’atmosfera di prendere piede senza intoppi, come invece avviene in Dragon Quest XI.

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Sull'autore

Gabriele Gemignani

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