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Ed eccoci arrivati alla seconda parte della miniserie evento targato Marvel che sta facendo letteralmente a pezzi il mondo degli umani, War of the Realms. Inutile dire che l’azione sta diventando sempre più incalzante anche grazie ai tantissimi spin off, che mostrnao le più svariate battaglie della grande guerra. Si tratta di un numero ricco di eventi in cui il climax crescente fa aumentare l’hype di pagina in pagina, facendo alla fine urlare il lettore come un’adolescente al concerto di Justin Bieber.
Molti regni distrutti hanno ancora gli eroi vivi e tutto l’inizio serve per raccontarci l’entrata delle forze che d’ora in poi chiameremo “ribelli” su Midgard. Questo ovviamente non apre solo le porte a tanti altri spin off, ma crea una vera e propria resistenza. Captain Marvel in War of the Realms: Strikeforce: The War Avengers # 1 dice che il compito dei soldati a volte è quello di perdere lentamente, mantenendo la linea di combattimento. Forse succederà questo in futuro, chissà. Intanto Odino ricompare ed è arrabbiato e ferito, ma sarà la sua nuova armatura a renderlo potente come pochi altri. La sua apparizione in veste da combattente segna un grande momento d’azione, ma non solo. Si tratta di un momento in cui si vede l’amore, l’erotismo, il combattimento, l’epicità e ovviamente due coniugi. Il finale stavolta forse è meno potente del solito, ma lascia comunque con la voglia matta di leggere il numero 5.
Non saprei davvero cosa dire per criticare in modo negativo il castello fondato da Jason Aaron. La scrittura viva, passionale e rispettosa di ogni singolo personaggio da i suoi frutti sempre più e l’autore continua a essere una vera e propria pietra miliare nel mondo editoriale Marvel. I personaggi si muovono con una flessibilità e naturalezza incredibili e cosi anche i loro dialoghi, sembrano naturali come quelli delle testate madri. Non parliamo poi del momento con Odino, che sorprende, sconvolge, appassiona e fa battere forte il cuore. Il tutto viene poi dipinto da Russell Dauterman, che sembra essere a suo agio come se niente fosse. Volti, fisici, lotte, e paesaggi. Ogni cosa si trova dove dovrebbe trovarsi ed è come dovrebbe essere. Continua la sua costruzione che lo ha portato a collaborare con Aaron da anni e posso dire che si tratta di una collaborazione di cui tutti sentivamo bisogno.