Wavey The Rocket – Recensione

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Ci sono titoli per ogni gusto e ogni palato, anche per quelli più delicati e desiderosi di giochi più particolari. Ogni genere videoludico ha le sue mille ramificazioni e alla fine c’è sempre quella stringa che piace, per un motivo o per un altro. Nel campo dei titoli platform è facile imbattersi in giochi copia e incolla di quelli più famosi e che nel bene o nel male, hanno fatto la storia. Alcuni sono addirittura dei titoli che oggi hanno cambiato l’aspetto, prendendo il proprio percorso. Altri titoli hanno deciso da subito di differenziarsi, giocando la carta della difficoltà o della particolarità costruttiva o altro. Wavey The Rocket è proprio un titolo del genere e con la sua particolare struttura è riuscito nell’intento di colpirmi.

Basta narrazione, si gioca

Ci sono dei casi in cui la narrazione (che adoro, se fatta bene) è superflua e anzi, rovina quella che l’anima festaiola e magari divertente di un titolo. In questo gioco ad esempio una storia poteva non esserci e sarebbe comunque divertente e movimentato, ma questa c’è e nella sua inutilità racconta dei fatti che sicuramente skipperete tutti. Il razzo di nome Wavey veglia sul nostro satellite, la luna. Un lavoro piuttosto noioso in fin dei conti. Per fortuna che un gruppo di villain arriva con l’intenzione di seminare morte e distruzione e toccherà al nostro razzo salvare la situazione.

Un titolo come Wavey The Rocket colpisce da subito per la sua particolarità, quella ci controllare un razzo. Come se non bastasse, per muoverci dovremo usare un’onda sinusoide che non vi renderà facile la vita. A dire il vero, controllare l’onda sarà una cosa complessa, ma è anche l’anima del gioco. Dovremo allungare o allargare la sinusoide per riuscire a eseguire alcuni movimenti con la navicella e nel frattempo cercare di non morire. Da spiegare forse non è facile, ma da comprendere sul campo è davvero una bazzecola. Al livello grafico, Wavey si presenta con una struttura 3D piuttosto semplice, ma funzionale per il gioco. Le strutture ci ricordano il futurismo cartoon, senza allontanarsi molto dall’immaginario molto anni 90. Questo ovviamente fa sempre piacere a noi nostalgici di tempi che ricordiamo in modo approssimativo. Anche le musiche riportano in mente i gloriosi anni 90 e le melodie che ne escono fuori catturano e frullano il cervello in modo gigantesco.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".