World of Warcraft: Shadowlands – Recensione

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Sono passate quasi due decadi dall’uscita di World of Warcraft. Un gioco che ha stravolto completamente il nostro modo di concepire il GDR e il giocare online con gli amici. Ha permesso la creazione di una delle community più forti, solide e agguerrite nel mondo videoludico. Community che ha guidato, in un certo senso, la Blizzard dai fossati, portandola sulla giusta rotta. Perché bisogna dire che è proprio la community dei giocatori ad avere un grande controllo all’interno dei videogiochi online, indirizzando gli sviluppatori in delle determinate direzioni.

La serie ha infatti subito tante modifiche e nel corso delle espansioni e non tutti sono piaciute. Alcune di queste sono ancora considerate il punto più basso della saga e nemmeno Battle of Azeroth ha risollevato totalmente l’andare del titolo. World of Warcraft Classic è stata invece una vera e propria boccata d’aria fresca, che ha permesso a tutti di rivivere le emozioni di una volta, ma con una veste grafica del tutto nuova.

Ebbene, con World of Warcraft: Shadowlands, ci troviamo davanti a un piccolo capolavoro. L’espansione riesce a stupire in praticamente ogni istante del gioco e alla fine è forse una delle più belle esperienze degli ultimi anni. Preparate le asce, le spade e i vostri archi magici, perché l’avventura da vivere è incredibile.

La storia di WoW è lunga e piena di intrighi e di personaggi capaci di ammaliare il giocatore. Mondi fatati in cui il bene non vince sempre e il male delle volte ritorna, più potente di prima. Narrarvi tutte le vicende sarebbe letteralmente impossibile, anche perché bisognerebbe passare dai giochi ai romanzi per avere un’idea chiara sul mondo che si ha da affrontare. Purtroppo non abbiamo tutto quel tempo a nostra disposizione, ma magari un giorno vi parlerò di qualche singolo avvenimento o personaggio che più mi ha colpito nel corso delle decadi.

Shadowlands è un’espansione che vede Sylvanas Ventolesto arrivare ai piedi del regno del Re Lich. Un personaggio imponente, crudele e molto importante per la mitologia della saga. Ci troviamo infatti davanti a un vecchio amico, un personaggio che abbiamo apprezzato come umano in Warcraft III e che abbiamo conosciuto poi in Frozen Throne, ma che viene approfondito nel romanzo Arthas: L’ascesa del Re dei Lich. Ebbene, Sylvanas riesce a mettere in ginocchio il potente Re dei Lich e a strappargli la sua corona.

Il Lich la avverte che si tratta di una prigione per lei, ma la risposta di Sylvanas lascia presagire le sue mosse future. Con un  tono pieno rabbia e rancore gli risponde: “Il Mondo è una prigione”. Detto questo, l’elfa oscura spezza la corona con le proprie mani, lasciando il Lich sbigottito e stupefatto.

Questo crea la fusione del mondo di Azeroth e quello delle Terretetre. Due regni che non dovrebbero mai incontrarsi, ma che si fondono creando il punto di partenza per la nostra avventura.

Da qui in poi si aprirà la nostra strada attraverso un nuovo reame, quello delle Terretetre. Un regno dei morti diviso in cinque zone che potremo non solo attraversare, ma anche vivere. Torneranno tanti personaggi storici e tanti saranno gli avvenimento che andremo a vivere. Ogni zona sarà popolata da una tipologia di abitanti diversa dall’altra. Ogni zona inoltre ci darà un fracco di missioni secondarie, che in realtà tanto secondarie non sono.

La narrazione in quest’espansione prende i cardini fondamentali di alcuni capitoli precedenti e mescola tutto in modo sapiente e accurato. Si ha sempre la sensazione di aver a che fare con un gioco capace di dare ancora di più, di osare, di superare quell’asticella che ogni tanto Blizzard riesce a infrangere. Purtroppo quel limite narrativo non viene superato, ma ci siamo vicino, sempre.

Shadowlands è un ottimo modo per iniziare la vostra avventura all’interno del mondo di Azeroth. Blizzard ha infatti ripensato completamente il suo modo di vedere il gioco e di far avvicinare i nuovi utenti ad esso. Non serve una palla di cristallo per capire che entrare in un gioco lungo più di una decade oggi comporta parecchi svantaggi, ma ecco che arriva la mamma Blizzard a cambiare le carte in tavola.

I nuovi utenti, infatti, potranno intraprendere l’avventura in modo abbastanza veloce e tranquillo grazie ad un nuovo sistema di progressione, che porterà al livello 10 entro la fine del grande tutorial.

Un altro metodo per iniziare il gioco in modo veloce e indolore è quello di far fare tutto al IA. Si tratta di una metodologia dedicata a chi conosce il gioco e vuole crescere subito con un nuovo personaggio, senza dover livellare per secoli e secoli. Verrete catapultati subito al livello 50 con tutti i potenziamenti del caso e ovviamente anche gli equipaggiamenti. Insomma, un modo per saltare il saltabile, dando al giocatore il massimo divertimento in breve tempo. Poi toccherà a voi salire fino al level cap, posto al livello 60.

Come ogni espansione di World of Warcraft, anche Shadowlands ha invaso la mia immaginazione e ha rapito il mio cuore grazie alla sua colonna sonora. Pura epicità moltiplicata per 100 che ormai mi accompagna durante le fasi di scrittura e talvolta anche durante la guida. La colonna sonora di questo gioco ha infatti una certa magia che sembra vivere di vita propria.

In linea generale, se si parla del doppiaggio, WoW è un vero e proprio mastodontico gigante videoludico. Ogni personaggio sembra avere una sua anima grazie alle voci e la sensazione finale è quella di trovarsi in una fiaba. La sensazione di magia forse è alimentata ulteriormente visto che siamo in pieno inverno.

Il gioco è comunque simile a quanto già visto, ma con un HUB nuova che svecchia una struttura arcaica e da la parvenza di novità. Insomma, sempre un modo per attirare il pubblico nuovo e magari giovane. Risulta essere sempre ottimo l’intreccio narrativo che Blizzard mette davanti al giocatore e prosegue poi con i vari libri.

Shadowlands è alla fine una ventata d’aria fresca. Una boccata d’ossigeno in una stanza lasciato a lungo chiusa e chissà, magari rappresenta la seconda vita del titolo.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".