X-O Manowar #1 – Chi di Spada – Recensione

X-O Manowar #1
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La guerra è qualcosa che colpisce tutti i paesi, le razze e i ceti sociali. Le guerre antiche, quelle dell’impero romano sono ormai storia che è diventata leggenda. Guerrieri conquistatori che non si sono fermati davanti a niente e nessuno. I loro nemici erano di nazionalità più svariate e tra questi nomino anche i visigoti, protagonisti del primo numero di X-O Manowar, una delle testate di Valiant Comics, nonché uno dei personaggi chiave del loro universo. Cerchiamo quindi di prendere visione del primo numero, Chi di Spada, prima di passare al seguente.

Schiavi nello spazio

Siamo nel 402 d.D. ed Aric di Dacia è un guerriero valoroso e possente che combatte insieme al suo esercito le forze romane, che chiaramente hanno la meglio e costringono i visigoti alla ritirata. Attaccare i romani non è facile perché la differenza tecnologica è assai alta, ma durante la notte Eric e un gruppo di soldati credono di udire qualcosa e decidono di andare in esplorazione. Purtroppo, al posto di trovare dei romani, i visigoti si ritrovano a fronteggiare un gruppo alieno che li rapisce tutti. Si fanno chiamare La Vigna e all’interno della propria astronave trattano i prigionieri come dei veri e propri schiavi, uccidendo senza pietà coloro che non ce la fanno a lavorare ai lavori forzati. Si tratta di una razza aliena molto particolare con un culto religioso che vede al centro un’armatura, la Manowar, che se indossata dona dei poteri illimitati. Purtroppo ogni guerriero alieno viene ucciso senza pietà dall’armatura stessa e per puro caso risparmia Aric durante la sua tentata fuga. Da questo momento in poi arriva il vero momento clou, che aspettavamo per tutta la durata della lettura.

Ritorno al Futuro

X-O Manowar vede dietro la propria sceneggiatura un agguerrito Robert Venditti, che abbiamo già trovato all’interno dell’universo Valiant. Il primo volume non è tanto una storia del protagonista già con l’armatura, ma della conquista di questa. Non è un personaggio che vuole salvare il mondo (non ancora), ma vuole ritrovare sua moglie e suo figlio e liberare il popolo dei visigoti dall’oppressione romana. Questa scelta narrativa inizialmente mi ha fatto storcere un po’ il naso, ma subito dopo l’immersione nella lettura diventa totale. Ottimi anche i dialoghi, che peccano solo in alcuni punti quando ci mostrano delle frasi un po’ troppo irrealistiche.

Alle matite troviamo invece Cary Nord, vincitore del premio Eisner per il suo Conan. L’anatomia dei personaggi risulta essere pressoché perfetta e allo stesso momento colpisce quel tratto sottile e leggero che regala parecchi dettagli ambientali e dei personaggi. Anche le espressioni facciali risultano essere interessanti, anche se a tratti un po’ plasticose. A colpire maggiormente sono sicuramente gli alieni e l’armatura Manowar, che ai adatta al corpo di chi la indossa.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".